Come va il tuo dolore?

che è il titolo dell’ennesimo libro che non ho ancora letto

Un po’ meglio, grazie.

L’elaborazione del lutto sta passando attraverso la ripetizione in loop di una serie di brani, alcuni sicuramente discutibili, e dalla ripetizione mentale di una poesia breve di Federico García Lorca* (nei giorni migliori) oppure nella lettura, anche qua ripetuta e reiterata, di una poesia di Miguel Hernández (nei giorni peggiori).

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It’s not desiring the fall; it’s terror of the flames

Il 26 di maggio, al telefono, venti minuti a mezzanotte, mi hanno detto che F. aveva deciso che ne aveva abbastanza della vita. Aveva optato per un’uscita di scena anticipata.

F. faceva il cuoco. Era anche lui un emigrato (né a lui, né a me piaceva il termine expat) e nelle nostre chiacchiere parlavamo spesso della nostra condizione di cittadini parziali di due paesi.

Non era sempre una persona facile, F. Avevo scritto un post per lui, e per me, riguardo alle difficoltà che si incontrano navigando i vari obblighi sociali ai quali nessuno dei due era particolarmente affezionato. Quando gliel’avevo condiviso aveva riso.

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