gap generazionale

Dopo la stagione dei matrimoni, dopo la stagione dei primi figli, ora i miei amici stanno o facendo il secondo figlio oppure ponderando di scoppiarsi nel senso di coppia.

Mentre io sono qua che da mesi valuto che fare della mia esistenza e sto ormai arredando la crisi d’identità che mi abita da quando ho finito il dottorato, e sostanzialmente non mi sento particolarmente diversa né più furba di quando avevo vent’anni, incontro persone che “si separano” dal/la “compagno/a”.

Benché Il Russo abbia abbondantemente superato l’adolescenza – di almeno un paio di bottiglie di buon whisky, direbbe lui – io insisto nel presentarlo come “il mio ragazzo” e quando parlo del mio ex dico che “ci siamo lasciati”.

Temo, ancora una volta, di star vivendo un gap generazionale con i miei coetanei.

Suocere

Vi dico solo che tra un mese mia suocera verrà per la prima volta a casa nostra da quando viviamo insieme. La casa è di suo figlio, quando l’ho conosciuta l’anno scorso ha commentato che quando è andata a vederla che ci viveva solo lui “la casa sembrava un magazzino”.

Non sono proprio sicura che cambierà opinione in merito (bisogna dipingere le pareti, sistemare camere, cambiare la cucina, mettere due lampadari…).

Tuttavia, c’è una cosa fantastica dell’avere una suocera russa: mai, mai, MAI suo figlio potrà dirmi “le lasagne di mia mamma sono più buone”.
E mai lei potrà giudicare la qualità del mio ragù (“buono eh, però io ci metto meno sedano”).

EVVIVA.