Divulgativa varia 2016

saggistica e altre amenità

Per dimostrare che sono una persona adulta e seria, che non leggo solo romanzi o fumetti, a volte cerco di darmi un tono con la saggistica. Anche se leggerei solo libri di etologia e, ultimamente, di giardinaggio, nel 2016 ho letto cose che non c’entrano nulla né con l’etologia né con il giardinaggio.

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Narrativa mista fritta 2016

cose che non saprei come altro classificare

Ogni tanto compro o mi procuro libri che non finiscono male, non sono svuotatesta, non sono ancora classici. Spesso mi piacciono, anche se li scelgo solo per il titolo. Spesso sono libri relativamente recenti. Nel 2016 di questa categoria ho letto solo libri che ho comprato io. In genere, cadono in Narrativa Mista Fritta tutti quei libri che mi vengono regalati e io, regolarmente, leggo anni e anni più tardi.
Che ne so perché, perché sono un tonno.

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Non lieti fini 2016

Cose che finiscono malissimo, 2016 edition

A me piacciono i libri e i film che finiscono male.
Poi non ne sono felice, eh, non sono interamente sociopatica, ma il lieto fine mi fa sempre quell’effetto un po’ hollywoodiano che non sopporto.

Di seguito, un po’ di libri finiti nel peggiore dei modi.

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Classici 2016

titoli che potete usare per impressionare la vostra prof di lettere delle medie

Tra i prodromi della vecchiezza, oltre al trovare comoda la posizione dell’umarell e scoprirsi dire “ai miei tempi, …”, si annovera anche l’interesse per i classici non giustificato dall’interrogazione del martedì alla sesta ora.

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Prestiti 2016

libri che non ho scelto io, ma altri hanno scelto per me

Io provo sempre una enorme gratitudine verso chi mi presta libri. Mi commuove quasi pensare che vogliano condividere con me qualcosa che, suppongo, a loro è piaciuto oppure pensano che potrebbe piacere a me. Nel 2016 mi hanno prestato libri che non ho (ancora) letto, stanno lì ad aspettare che me li richiedano o che finalmente trovi l’energia per leggerli. Sì, amico-blogger-a-intermittenza, parlo proprio de La camicia di ghiaccio. Nelle prossime righe, che contemplano solo i libri che ho terminato, La camicia di ghiaccio ‘un ce sta.

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Svuotatesta 2016

libri probabilmente non belli, non brutti, letti per far riposare i neuroni

Ho questa perversione per horror e thriller. Un po’ perché sono alla ricerca del Sacro Graal, il thriller scritto bene (l’horror no, non credo nei miracoli), un po’ perché credo fermamente, come Carradori, che leggere dei libri senza troppe pretese culturali per intervallare  i mattoni sia cosa buona e giusta. Nel 2016 non mi è andata malissimo in quanto a qualità degli svuotatesta, di solito va molto peggio.

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Cose che ho letto, che non posso credere di aver letto, però le ho lette

inutili elenchi di libri

Mi sono resa conto che non ho detto nulla né sulla musica che ho ascoltato negli ultimi due anni (non molta, ultimamente, visto che per un anno non ho lavorato fuori di casa e per qualche motivo a casa ascolto altro), né sui libri che ho letto. E ci sono metà di quelli del 2015 da commentare, tutti quelli del 2016 e pure quelli del 2017.

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Pillola rossa

“ma quindi, amore o carriera?”

 

Relativamente presto mi sposterò dalle terre del Re Sole e approderò nel mondo di Cervantes.
Questo spostamento (il terzo in generale, il secondo internazionale) è dovuto al fatto che Il Russo è ivi insediato e non ad una scintillante opportunità lavorativa (come è stato il trasferimento qua).
E siccome lui ha un posto fisso e io no, nella partita delle carriere vince lui e mi sposto io.

Sono arrivata in una fase della mia vita in cui ho un’età e sono un po’ stufa. Non sono stufa di spostarmi geograficamente – da questo punto di vista il trasferimento in Spagna titilla il mio desiderio di esplorare in full immersion un’altra realtà. Sono stufa, abbastanza, di una vita sentimentale randagia. Soprattutto, siccome ho una certa esperienza in storie a distanza, so che non funzionano, per me, per un tempo illimitato: ad un certo punto mi piace l’idea di svegliarmi al mattino e condividere stabilmente la colazione con qualcuno. E quel punto è arrivato.

Sono giunta, come molti altri esseri umani nella fascia 30-40, in quel momento della vita in cui ti si erge davanti un gigantesco Morpheus e ti porge le due pillole: pillola blu, scegli la carriera, pillola rossa, scegli ‘a famigghia.

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tuttifrutti

un pigropanda in lotta (ma neanche troppo) contro la sua personale perversione

Si è già detto, cucino. Molto. Io mangio perché cucino, il che è abbastanza perverso.
Non solo, ma sono afflitta da un’ulteriore perversione che mi spinge ad acquistare (prevalentemente) ortaggi che non conosco, perché non li conosco, e poi a chiedermi che cosa possa farne.

Fortuna che c’è internet.

“Google: ricette rutabaga…”

Se sono in un posto in cui parlano una lingua che non conosco, non c’è alcun problema: compro cose che non so cosa siano e spesso non sono neanche abbastanza furba da segnarmi il nome.

Di nuovo: fortuna che c’è internet.

“Ma che cos’è?”
“Non lo so, era carino”
“Va be’, ma come si chiama?”

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